Inspirate.
Fatelo profondamente e lentamente, prendetevi il vostro tempo. Se vi aiuta chiudete gli occhi, lasciate che sia solo l'olfatto a guidarvi.
Riempitevi bene i polmoni, sentite l'aria che vi entra dentro lenta e fresca.
Assaporatene il gusto.
Lo sentite anche voi questo dolce retrogusto, vero? Questo profumo che toglie quel sentore di stantìo, di stagnante, che c'era fino a ieri.
Trattenete un poco il vostro respiro, tenetevelo dentro ancora un pochino.
Ecco.
Questa sensazione nuova, la sentite?
Si chiama "cambiamento", e lo porta il vento, esattamente come dicono gli Scorpions.
Oggi, 30 maggio 2011, questo vento è partito da Milano e da Napoli.
E da Cagliari, da Novara, da Trieste, da Pavia, da Mantova, da Vercelli, da Olbia.
Da Arcore.
Da tantissimi altri comuni.
Ora potete espirare, lentamente.
Respirate calmi, prendetevi il tempo di sorridere e aprire gli occhi.
Lo sentite?
Il vento sta continuando a soffiare, dolcemente.
Ora dobbiamo solo seguire la sua corrente.
Urlando contro un muro
Mi propongo di dare informazioni sul mondo che ci circonda, di confrontarci sui temi che ci stanno a cuore. Con garbo e ascolto.
lunedì 30 maggio 2011
lunedì 9 maggio 2011
"Cancro"
Occorsio, Coco,
Tartaglione, Calvosa, Palma, Minervini, Alessandrini, Giacumbi,
Amato, Galli.
Erano
procuratori, giudici, pm, giuristi. Sono tra le vittime degli “anni
di piombo”, degli anni del terrorismo “bipartisan”, rosso e
nero, che ha insanguinato il nostro Paese.
Sono
nomi di eroi, insieme a molti altri (servitori dello Stato, non
“serviti dallo Stato”), morti ammazzati perchè cercavano
la verità per garantire la Giustizia, costituzionalmente uguale
per tutti; persone che con la loro morte hanno costruito uno Stato
italiano più libero e giusto.
Ed
ecco che gli eredi di questi coraggiosi vengono definiti “cancro”
- ovviamente da estirpare – da colui che pretende di essere “più
uguale” degli altri dinnanzi alla Legge, a quella Legge che ha
visto del sangue versato per essere garantita. Da colui che, tramite
un suo seguace, ha definito i pm che cercano di esercitare il loro
potere fortunatamente indipendente dei brigatisti, paragonandoli al
gruppo che ha versato molto del loro sangue sulle strade d'Italia.
Se
questi pm, eredi e successori di tanto coraggio per la difesa
della legalità, di quella parola che tanto spaventa Berlusconi, sono
davvero un “cancro”, io non voglio che si cerchi una cura.
Restiamo
malati di questo “cancro”, continuiamo a volerlo incurabile,
rimaniamo fieri di questo morbo: è un morbo benigno che dobbiamo
tenerci stretto.
Non
un “cancro”, ma uno dei pochi anticorpi che ci sono rimasti:
è questo che sono realmente i giudici, i pm, i procuratori che fanno
il loro lavoro nella tutela della legalità. Sono cure per l'Italia
abbruttita dalla politica individualistica e anti-democratica di
quest'uomo che ci governa per garantirsi un'immunità ai suoi
crimini.
E le
cure vanno protette, custodite con affetto, e utilizzate.
Altrimenti
il sangue di quel “cancro” fu versato invano: davvero vogliamo
dimenticare in questo modo i nostri eroi?
giovedì 5 maggio 2011
L'altro lato - B - della Camera (e il Senato ci va dietro)
Mi scoccia orribilmente il fatto di essere, per una volta (spero prima ed ultima nella mia vita), d'accordo con la Mussolini, donna che normalmente stimo al pari della caccola che mi tappa la narice e che non riesco a togliere nemmeno soffiandomi diecimila volte il naso.
Cosa potrà essere mai la cosa che mi vede concorde alla Mussolina, vista la grande stima per lei?
Presto detto.
Tale Giancarlo Mazzucca, responsabile comunicazioni del Pdl alla Camera, avvicina la nostra nipotona preferita in Transatlantico e le chiede (cito Repubblica che cita lei): "Ma tu vuoi essere inserita al quinto posto della nostra classifica? Sai, ne scriverò su Panorama." E lei, povera ingenua: "Classifica? Di chi ha presentato più disegni di legge?" (Ivi ci sarebbe da ribattere, ma sorvolo perché oggi le devo dar ragione). "Macchè... - risponde lui - Io sto parlando di culi, il tuo sarebbe classificato al quinto posto." (tra le donne del Pdl, precisazione)
Ce la vedo, col sopracciglio che le tremula e la grossissima tentazione di spaccargli il naso con un destro (e le avrei dato tutto il mio appoggio). Ma prova a non scomporsi e va inviperita da Bonaiuti e Cicchitto, dei quali il primo è a conoscienza della classifica (e magari è stato uno dei votanti) e il secondo le promette di prendere provvedimenti (grazie al cielo).
Poi alle porte della Commissione Giustizia della Camera incontra la deputata Pd Paola Concia e si sfoga sommamente (e giustamente) incazzata. Cito nuovamente: "Ma tu capisci Paola? Una classifica sui culi? A questo lavora il responsabile della comunicazione del Pdl alla Camera? Da pubblicare su Panorama?"
Condividendo il suo giustissimo sdegno - ricordando però, per inciso, che loro lavorano per salvare il culo a un criminale che si bulleggia di essere stato votato da dieci milioni di italiani (che lo chiamano passerottino svolazzante, e qui chiudo altrimenti non la smetto più di rotolarmi dalle risate) - vorrei sottolineare che questi emeriti imbecilli, per fare classifiche sui culi, giocare a Angry Birds sull'I-Pad e guardare siti porno sul medesimo supporto, prendono dai 20.000 euro mensili in su, più un vitalizio di 3000 euro al mese se "riescono a sopportare" (duro il loro lavoro...) un'intera legislatura.
E non parliamo dei Senatori, che anche quelli fanno fin troppo: pensate, non lavoreranno fino al 17 maggio per le amministrative - sia mai che sotto le amministrative si lavori, si potrebbe comprometterne il risultato! - ma poi ci daranno sotto che più sotto non si può, visto che ci sono molti provvedimenti urgenti che hanno bisogno di essere discussi.
Ma diamine (e mi sono trattenuta), ma se sono così urgenti perché non li discutete subito? Ah, le amministrative, già. Come se nel ponte pasquale avessero lavorato tanto.
Dai Mussolina mia, fatti valere! E, almeno tu, lascia stare le loro classifiche e lavora!
Aspetta, no... A pensarci è meglio che forse resti lì a incazzarti per quell'offensivo quinto posto, vah, che i tuoi disegni di legge è meglio lasciarli stare.
Cosa potrà essere mai la cosa che mi vede concorde alla Mussolina, vista la grande stima per lei?
Presto detto.
Tale Giancarlo Mazzucca, responsabile comunicazioni del Pdl alla Camera, avvicina la nostra nipotona preferita in Transatlantico e le chiede (cito Repubblica che cita lei): "Ma tu vuoi essere inserita al quinto posto della nostra classifica? Sai, ne scriverò su Panorama." E lei, povera ingenua: "Classifica? Di chi ha presentato più disegni di legge?" (Ivi ci sarebbe da ribattere, ma sorvolo perché oggi le devo dar ragione). "Macchè... - risponde lui - Io sto parlando di culi, il tuo sarebbe classificato al quinto posto." (tra le donne del Pdl, precisazione)
Ce la vedo, col sopracciglio che le tremula e la grossissima tentazione di spaccargli il naso con un destro (e le avrei dato tutto il mio appoggio). Ma prova a non scomporsi e va inviperita da Bonaiuti e Cicchitto, dei quali il primo è a conoscienza della classifica (e magari è stato uno dei votanti) e il secondo le promette di prendere provvedimenti (grazie al cielo).
Poi alle porte della Commissione Giustizia della Camera incontra la deputata Pd Paola Concia e si sfoga sommamente (e giustamente) incazzata. Cito nuovamente: "Ma tu capisci Paola? Una classifica sui culi? A questo lavora il responsabile della comunicazione del Pdl alla Camera? Da pubblicare su Panorama?"
Condividendo il suo giustissimo sdegno - ricordando però, per inciso, che loro lavorano per salvare il culo a un criminale che si bulleggia di essere stato votato da dieci milioni di italiani (che lo chiamano passerottino svolazzante, e qui chiudo altrimenti non la smetto più di rotolarmi dalle risate) - vorrei sottolineare che questi emeriti imbecilli, per fare classifiche sui culi, giocare a Angry Birds sull'I-Pad e guardare siti porno sul medesimo supporto, prendono dai 20.000 euro mensili in su, più un vitalizio di 3000 euro al mese se "riescono a sopportare" (duro il loro lavoro...) un'intera legislatura.
E non parliamo dei Senatori, che anche quelli fanno fin troppo: pensate, non lavoreranno fino al 17 maggio per le amministrative - sia mai che sotto le amministrative si lavori, si potrebbe comprometterne il risultato! - ma poi ci daranno sotto che più sotto non si può, visto che ci sono molti provvedimenti urgenti che hanno bisogno di essere discussi.
Ma diamine (e mi sono trattenuta), ma se sono così urgenti perché non li discutete subito? Ah, le amministrative, già. Come se nel ponte pasquale avessero lavorato tanto.
Dai Mussolina mia, fatti valere! E, almeno tu, lascia stare le loro classifiche e lavora!
Aspetta, no... A pensarci è meglio che forse resti lì a incazzarti per quell'offensivo quinto posto, vah, che i tuoi disegni di legge è meglio lasciarli stare.
lunedì 2 maggio 2011
Alba a Dara'a - Maggio 2011
Alba a Dara'a - Maggio 2011
Piccola poesia per il tema di Maggio su Semplici Emozioni "Aurora".
Spero vi faccia riflettere.
Piccola poesia per il tema di Maggio su Semplici Emozioni "Aurora".
Spero vi faccia riflettere.
venerdì 29 aprile 2011
Da leggere - Link del giorno
Inauguro un nuovo tag con un link che, a mio parere, merita sia una stima enorme che una buonissima lettura.
Inoltre invito a leggere più di qualche post di quel blog, è davvero notevole, e il blogger intelligente, sagace e geniale.
Voglio sposare Tiziano Ferro - "Giovanardi va all'Ikea (età di lettura dai 3 anni in su)".
E abbattiamola questa stupida omofobia, cazzo!
Inoltre invito a leggere più di qualche post di quel blog, è davvero notevole, e il blogger intelligente, sagace e geniale.
Voglio sposare Tiziano Ferro - "Giovanardi va all'Ikea (età di lettura dai 3 anni in su)".
E abbattiamola questa stupida omofobia, cazzo!
giovedì 28 aprile 2011
La minchiata del giorno II - Bimbaminkia alla riscossa
Scena: Interno pomeriggio, autobus.
Me ne sto tranquillamente seduta nei posti da quattro con un ragazzino di età definibile tra i 13 e i 15 anni appena uscito dal Conservatorio, una ragazza ricciola e occhialuta (invidia estrema per come le stavano i capelli) e un signore tra i 45 e i 50. Dinnanzi a me, nei posti dietro da due, due squinziette.
La ragazzetta in questione, colei che oggi mi ha offerto un'occasione imperdibile di sfottò, era in cotal modo presa: shorts estivi con tanto di leggins tempestati di spille che andavano dal logo dei Rolling Stones a Rihanna (un bella macedonia indigesta), maglioncino scollato, abbronzatura da centro estetico con attaccatura chiara dei capelli incorporata, trucco da Beyoncè dopo che la truccatrice s'è fatta d'acidi e capelli raccolti a "nido di passero" - ovvero col ciuffo cotonato raccolto in mezzo all'indietro - cotonati talmente male che sembravano un incrocio tra un unico enorme rasta fatto da cani e un'opera di Pollock (se non lo conoscete, questa è una sua opera, Eyes in the Heat, conservata al Peggy Guggenheim di Venezia).
Dicevamo, tal squinzia.
Ora, mentre ascolto musica a palla in autobus non è che sto a vedere dove guardo, solitamente fisso lo sguardo fuori dal finestrino o in un punto imprecisato davanti a me, senza in effetti vedere alcunchè. Caso vuole che il punto imprecisato su cui ho avuto l'ardire di posare lo sguardo fosse tre centimetri alla destra di tal "signorina". Noto, ad un certo punto, che mi guarda e muove le labbra. Tolgo le cuffiette (sono educata, se qualcuno sembra parlarmi spengo la musica) e mi indico con aria interrogativa.
La risposta che mi viene data è "Sì, tu. Che cazzo hai da guardare?".
Alzo un sopracciglio (o, perlomeno, cerco di farlo. Sì, non so alzare un sopracciglio solo, ok?), il ragazzino assume l'espressione di uno che sta per vedere la scena più sanguinolenta di Kill Bill, la ragazza ricciuta degna la ragazzina di un mezzo sguardo impassibile, il signore non capisce bene cosa sta succedendo.
Inspiro e, invece di uscirmene con un'alzata di spalle e una scrollata di capo, rinfilandomi con non-chalance le cuffiette, le rispondo un (poco) diplomatico "Non sei il centro del mondo, ne così bella da essere ammirata. La parete era molto più interessante."
E lì la ragazzetta ha detto la minchiata, alzandosi e buttando il seno in fuori.
"Parla la cessa, io son sempre meglio di te!"
Il ragazzino si è stretto la custodia della tromba addosso, il signore la guarda allibito, la ragazza la gela con lo sguardo. E io, purtroppo per lei, non sono tipa da lasciarsi mettere sotto, da una deficiente di tal fatta soprattutto.
"Almeno io non mi trucco da battona, bimbaminkia."
Il signore non capisce bene la mia ultima parola, ma guardando la faccia della ragazzetta capisce che la cosa doveva essere molto offensiva, il ragazzino e la ragazza si piegano dal ridere, la ragazza precedendosi da un "Owned!" (grandissima stima per la ragazza ricciuta, sottolineo).
La bimbaminkia fa per replicare sommamente incazzata, ed è a quel punto che il signore ci fa definitivamente cappottare dal ridere.
"Ma ragazzina, ti sei conciata così perché hai una festa ad Arcore stasera?"
Ho riso talmente tanto da avere il mal di pancia.
(E l'amica della squinzietta l'ha fatta battere in quella che doveva essere una dignitosa ritirata.)
Sono tornata a casa con un sorriso sulle labbra talmente grande che mia madre penso mi abbia scambiata per uno Stregatto.
Me ne sto tranquillamente seduta nei posti da quattro con un ragazzino di età definibile tra i 13 e i 15 anni appena uscito dal Conservatorio, una ragazza ricciola e occhialuta (invidia estrema per come le stavano i capelli) e un signore tra i 45 e i 50. Dinnanzi a me, nei posti dietro da due, due squinziette.
La ragazzetta in questione, colei che oggi mi ha offerto un'occasione imperdibile di sfottò, era in cotal modo presa: shorts estivi con tanto di leggins tempestati di spille che andavano dal logo dei Rolling Stones a Rihanna (un bella macedonia indigesta), maglioncino scollato, abbronzatura da centro estetico con attaccatura chiara dei capelli incorporata, trucco da Beyoncè dopo che la truccatrice s'è fatta d'acidi e capelli raccolti a "nido di passero" - ovvero col ciuffo cotonato raccolto in mezzo all'indietro - cotonati talmente male che sembravano un incrocio tra un unico enorme rasta fatto da cani e un'opera di Pollock (se non lo conoscete, questa è una sua opera, Eyes in the Heat, conservata al Peggy Guggenheim di Venezia).
Dicevamo, tal squinzia.
Ora, mentre ascolto musica a palla in autobus non è che sto a vedere dove guardo, solitamente fisso lo sguardo fuori dal finestrino o in un punto imprecisato davanti a me, senza in effetti vedere alcunchè. Caso vuole che il punto imprecisato su cui ho avuto l'ardire di posare lo sguardo fosse tre centimetri alla destra di tal "signorina". Noto, ad un certo punto, che mi guarda e muove le labbra. Tolgo le cuffiette (sono educata, se qualcuno sembra parlarmi spengo la musica) e mi indico con aria interrogativa.
La risposta che mi viene data è "Sì, tu. Che cazzo hai da guardare?".
Alzo un sopracciglio (o, perlomeno, cerco di farlo. Sì, non so alzare un sopracciglio solo, ok?), il ragazzino assume l'espressione di uno che sta per vedere la scena più sanguinolenta di Kill Bill, la ragazza ricciuta degna la ragazzina di un mezzo sguardo impassibile, il signore non capisce bene cosa sta succedendo.
Inspiro e, invece di uscirmene con un'alzata di spalle e una scrollata di capo, rinfilandomi con non-chalance le cuffiette, le rispondo un (poco) diplomatico "Non sei il centro del mondo, ne così bella da essere ammirata. La parete era molto più interessante."
E lì la ragazzetta ha detto la minchiata, alzandosi e buttando il seno in fuori.
"Parla la cessa, io son sempre meglio di te!"
Il ragazzino si è stretto la custodia della tromba addosso, il signore la guarda allibito, la ragazza la gela con lo sguardo. E io, purtroppo per lei, non sono tipa da lasciarsi mettere sotto, da una deficiente di tal fatta soprattutto.
"Almeno io non mi trucco da battona, bimbaminkia."
Il signore non capisce bene la mia ultima parola, ma guardando la faccia della ragazzetta capisce che la cosa doveva essere molto offensiva, il ragazzino e la ragazza si piegano dal ridere, la ragazza precedendosi da un "Owned!" (grandissima stima per la ragazza ricciuta, sottolineo).
La bimbaminkia fa per replicare sommamente incazzata, ed è a quel punto che il signore ci fa definitivamente cappottare dal ridere.
"Ma ragazzina, ti sei conciata così perché hai una festa ad Arcore stasera?"
Ho riso talmente tanto da avere il mal di pancia.
(E l'amica della squinzietta l'ha fatta battere in quella che doveva essere una dignitosa ritirata.)
Sono tornata a casa con un sorriso sulle labbra talmente grande che mia madre penso mi abbia scambiata per uno Stregatto.
lunedì 25 aprile 2011
Libertà! (a costo di sembrare Braveheart)
Giusto
per amor di precisione, e perché sono una rompipalle: oggi non è
solo Pasquetta, come mi dicono le mie millemila notifiche su Facebook
in cui la gente mi tagga su foto di coniglietti morbidosi e uova
colorate, nonché di barzellette con agnellini che chiedono a mamma
pecora playstation e wii, e a cui mamma le promette dopo Pasqua
(anche se, a dire il vero, quella è l'unica che meritasse
effettivamente). Di Pasquetta me ne importa gran poco, è un lunedì
randomico sul calendario in cui non si lavora o non si va a lezione,
per quanto mi concerne.
Oggi
è, invero, un giorno molto più importante: è il 25
aprile, anniversario
della Liberazione dal giogo nazi-fascista.
Non il giorno in cui si fanno pic-nic sui colli in cui non si trova
un pezzetto d'erba libero manco per sedercisi, ma il
giorno in cui gli italiani dovrebbero celebrare una parola
bellissima, dolce e viva: Libertà,
con la “l” maiuscola.
Sono
66 anni oggi che gli italiani, quei meravigliosi italiani morti per
il proprio popolo, ci hanno liberato, 66 anni da quando hanno
rispedito quegli uomini che toglievano con le armi e con la forza del
ricatto libertà e diritti al confine della loro idiozia e
cattiveria.
Libertà!
Urlatela
quella parola, come Mel
Gibson in Braveheart,
perché è una parola che
tanti morti e tanti vivi ci hanno ridato con sudore e sangue,
ed è una parola che piano piano stanno nuovamente cercando di
toglierci, demolendo lettera per lettera quella Costituzione
meravogliosa che ce la garantisce.
Urlatela
quella parola per cui è morto anche Vittorio Arrigoni,
salutato ieri dai suoi cari e da chi non lo conosceva – ma tanto
avrebbe voluto conoscerlo – cantando al cielo “Bella Ciao”,
come al funerale di un partigiano. (E chissà se lo sa che
gliel'hanno cantata, non lo conoscevo ma sono sicura che la pensava
come me: quando al tuo funerale cantano “Bella Ciao” hai davvero
avuto tutto dalla vita.)
Urlatela
quella parola che il nostro governo pare aver dimenticato,
quella parola che ci viene tolta con ogni proposta di legge
anticostituzionale.
Urlatela
mentre il 12 e il 13 giugno andate a votare
per l'acqua e il legittimo impedimento, urlatela davanti alle urne
delle amministrative. Urlatela perché rappresenta
il vostro libero arbitrio che la Costituzione e la Carta dei Diritti
dell'Uomo vi garantisce.
E
oggi, per carità, quando siete a mangiarvi i vostri panini nel
vostro pezzo di argine, quando siete lì alla griglia a cuocere la
vostra carne, ricordate che non è solo quel randomico lunedì che
può cadere a marzo o ad aprile in cui non si lavora e non si va a
lezione, ma è soprattutto il giorno in cui voi dovete celebrare i
vostri diritti e la vostra Libertà donatevi 66 anni fa da donne e
uomini di un coraggio inaudito, con sangue, sudore e lacrime.
Ricordatevi di quei veri martiri di tutti - non
martiri religiosi ma civili, per questo di tutti
– che non sono solo
figli d'Italia, martoriata madre e patria di indomiti, ma del mondo
intero. Non solo dei
nostri partigiani (a maggior ragione oggi!), ma di tutti coloro che
combattono per la Libertà di ogni popolo sottomesso e schiavo, come
troppi ancora ce ne sono.
Se
questa parola la urliamo tutti non resterà sola sul campo di
battaglia, utopica bandiera.
Diventerà
reale.
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