martedì 29 marzo 2011

Quel "comunista" di Berlusconi

Il Cavaliere è ancora riuscito a dare il meglio di sè su quel predellino davanti al Trbunale (dopo l'udienza preliminare del processo Mediatrade, dove l'imputato non era tenuto a parlare N.d.R.), e ancora una volta - come del resto ogni qualvolta ne abbia l'occasione - ha puntato il dito contro quel terrificante spettro del comunismo.
Detto in mezzo ad un "mare" di folla di popolino dalla bocca di colui che si era presentato all'epoca come "presidente operaio", con tanto di elmetto anti-infortunistico giallo - in una grottesca e patetica imitazione del Mussolini che, in maniche di camicia, ara i campi in mezzo ai contadini - pare, come al solito, quantomeno bizzarro.
Anche perché se a Mussolini si poteva imputare la "scusante" di essere politicamente partito come socialista, Berlusconi di certo non ha questa attenuante.
Ciononostante, con queste plateali uscite populiste, Berlusconi sembra quasi apparire più socialista di quella sinistra che lui stesso addita come comunista con spregio; arrivando a sembrare un "comunista di destra" mentre urla al suo popolo quasi fosse un Beppe Grillo qualsiasi (di parte politica opposta, mi pare ovvio).
Sarebbe davvero bello, invero, poterne ridere. Peccato che ciò che suscita è più amaro pianto che riso.

2 commenti:

  1. Ma dopotutto Berlusconi è partito a fare affari come il 'protetto' di Craxi, per cui il tuo commento è più azzeccato di quello che credi ...

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  2. Ma il trasformismo e l'ipocrisia è un arte che non si può non avere in politica.

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