Inspirate.
Fatelo profondamente e lentamente, prendetevi il vostro tempo. Se vi aiuta chiudete gli occhi, lasciate che sia solo l'olfatto a guidarvi.
Riempitevi bene i polmoni, sentite l'aria che vi entra dentro lenta e fresca.
Assaporatene il gusto.
Lo sentite anche voi questo dolce retrogusto, vero? Questo profumo che toglie quel sentore di stantìo, di stagnante, che c'era fino a ieri.
Trattenete un poco il vostro respiro, tenetevelo dentro ancora un pochino.
Ecco.
Questa sensazione nuova, la sentite?
Si chiama "cambiamento", e lo porta il vento, esattamente come dicono gli Scorpions.
Oggi, 30 maggio 2011, questo vento è partito da Milano e da Napoli.
E da Cagliari, da Novara, da Trieste, da Pavia, da Mantova, da Vercelli, da Olbia.
Da Arcore.
Da tantissimi altri comuni.
Ora potete espirare, lentamente.
Respirate calmi, prendetevi il tempo di sorridere e aprire gli occhi.
Lo sentite?
Il vento sta continuando a soffiare, dolcemente.
Ora dobbiamo solo seguire la sua corrente.
Mi propongo di dare informazioni sul mondo che ci circonda, di confrontarci sui temi che ci stanno a cuore. Con garbo e ascolto.
lunedì 30 maggio 2011
lunedì 9 maggio 2011
"Cancro"
Occorsio, Coco,
Tartaglione, Calvosa, Palma, Minervini, Alessandrini, Giacumbi,
Amato, Galli.
Erano
procuratori, giudici, pm, giuristi. Sono tra le vittime degli “anni
di piombo”, degli anni del terrorismo “bipartisan”, rosso e
nero, che ha insanguinato il nostro Paese.
Sono
nomi di eroi, insieme a molti altri (servitori dello Stato, non
“serviti dallo Stato”), morti ammazzati perchè cercavano
la verità per garantire la Giustizia, costituzionalmente uguale
per tutti; persone che con la loro morte hanno costruito uno Stato
italiano più libero e giusto.
Ed
ecco che gli eredi di questi coraggiosi vengono definiti “cancro”
- ovviamente da estirpare – da colui che pretende di essere “più
uguale” degli altri dinnanzi alla Legge, a quella Legge che ha
visto del sangue versato per essere garantita. Da colui che, tramite
un suo seguace, ha definito i pm che cercano di esercitare il loro
potere fortunatamente indipendente dei brigatisti, paragonandoli al
gruppo che ha versato molto del loro sangue sulle strade d'Italia.
Se
questi pm, eredi e successori di tanto coraggio per la difesa
della legalità, di quella parola che tanto spaventa Berlusconi, sono
davvero un “cancro”, io non voglio che si cerchi una cura.
Restiamo
malati di questo “cancro”, continuiamo a volerlo incurabile,
rimaniamo fieri di questo morbo: è un morbo benigno che dobbiamo
tenerci stretto.
Non
un “cancro”, ma uno dei pochi anticorpi che ci sono rimasti:
è questo che sono realmente i giudici, i pm, i procuratori che fanno
il loro lavoro nella tutela della legalità. Sono cure per l'Italia
abbruttita dalla politica individualistica e anti-democratica di
quest'uomo che ci governa per garantirsi un'immunità ai suoi
crimini.
E le
cure vanno protette, custodite con affetto, e utilizzate.
Altrimenti
il sangue di quel “cancro” fu versato invano: davvero vogliamo
dimenticare in questo modo i nostri eroi?
giovedì 5 maggio 2011
L'altro lato - B - della Camera (e il Senato ci va dietro)
Mi scoccia orribilmente il fatto di essere, per una volta (spero prima ed ultima nella mia vita), d'accordo con la Mussolini, donna che normalmente stimo al pari della caccola che mi tappa la narice e che non riesco a togliere nemmeno soffiandomi diecimila volte il naso.
Cosa potrà essere mai la cosa che mi vede concorde alla Mussolina, vista la grande stima per lei?
Presto detto.
Tale Giancarlo Mazzucca, responsabile comunicazioni del Pdl alla Camera, avvicina la nostra nipotona preferita in Transatlantico e le chiede (cito Repubblica che cita lei): "Ma tu vuoi essere inserita al quinto posto della nostra classifica? Sai, ne scriverò su Panorama." E lei, povera ingenua: "Classifica? Di chi ha presentato più disegni di legge?" (Ivi ci sarebbe da ribattere, ma sorvolo perché oggi le devo dar ragione). "Macchè... - risponde lui - Io sto parlando di culi, il tuo sarebbe classificato al quinto posto." (tra le donne del Pdl, precisazione)
Ce la vedo, col sopracciglio che le tremula e la grossissima tentazione di spaccargli il naso con un destro (e le avrei dato tutto il mio appoggio). Ma prova a non scomporsi e va inviperita da Bonaiuti e Cicchitto, dei quali il primo è a conoscienza della classifica (e magari è stato uno dei votanti) e il secondo le promette di prendere provvedimenti (grazie al cielo).
Poi alle porte della Commissione Giustizia della Camera incontra la deputata Pd Paola Concia e si sfoga sommamente (e giustamente) incazzata. Cito nuovamente: "Ma tu capisci Paola? Una classifica sui culi? A questo lavora il responsabile della comunicazione del Pdl alla Camera? Da pubblicare su Panorama?"
Condividendo il suo giustissimo sdegno - ricordando però, per inciso, che loro lavorano per salvare il culo a un criminale che si bulleggia di essere stato votato da dieci milioni di italiani (che lo chiamano passerottino svolazzante, e qui chiudo altrimenti non la smetto più di rotolarmi dalle risate) - vorrei sottolineare che questi emeriti imbecilli, per fare classifiche sui culi, giocare a Angry Birds sull'I-Pad e guardare siti porno sul medesimo supporto, prendono dai 20.000 euro mensili in su, più un vitalizio di 3000 euro al mese se "riescono a sopportare" (duro il loro lavoro...) un'intera legislatura.
E non parliamo dei Senatori, che anche quelli fanno fin troppo: pensate, non lavoreranno fino al 17 maggio per le amministrative - sia mai che sotto le amministrative si lavori, si potrebbe comprometterne il risultato! - ma poi ci daranno sotto che più sotto non si può, visto che ci sono molti provvedimenti urgenti che hanno bisogno di essere discussi.
Ma diamine (e mi sono trattenuta), ma se sono così urgenti perché non li discutete subito? Ah, le amministrative, già. Come se nel ponte pasquale avessero lavorato tanto.
Dai Mussolina mia, fatti valere! E, almeno tu, lascia stare le loro classifiche e lavora!
Aspetta, no... A pensarci è meglio che forse resti lì a incazzarti per quell'offensivo quinto posto, vah, che i tuoi disegni di legge è meglio lasciarli stare.
Cosa potrà essere mai la cosa che mi vede concorde alla Mussolina, vista la grande stima per lei?
Presto detto.
Tale Giancarlo Mazzucca, responsabile comunicazioni del Pdl alla Camera, avvicina la nostra nipotona preferita in Transatlantico e le chiede (cito Repubblica che cita lei): "Ma tu vuoi essere inserita al quinto posto della nostra classifica? Sai, ne scriverò su Panorama." E lei, povera ingenua: "Classifica? Di chi ha presentato più disegni di legge?" (Ivi ci sarebbe da ribattere, ma sorvolo perché oggi le devo dar ragione). "Macchè... - risponde lui - Io sto parlando di culi, il tuo sarebbe classificato al quinto posto." (tra le donne del Pdl, precisazione)
Ce la vedo, col sopracciglio che le tremula e la grossissima tentazione di spaccargli il naso con un destro (e le avrei dato tutto il mio appoggio). Ma prova a non scomporsi e va inviperita da Bonaiuti e Cicchitto, dei quali il primo è a conoscienza della classifica (e magari è stato uno dei votanti) e il secondo le promette di prendere provvedimenti (grazie al cielo).
Poi alle porte della Commissione Giustizia della Camera incontra la deputata Pd Paola Concia e si sfoga sommamente (e giustamente) incazzata. Cito nuovamente: "Ma tu capisci Paola? Una classifica sui culi? A questo lavora il responsabile della comunicazione del Pdl alla Camera? Da pubblicare su Panorama?"
Condividendo il suo giustissimo sdegno - ricordando però, per inciso, che loro lavorano per salvare il culo a un criminale che si bulleggia di essere stato votato da dieci milioni di italiani (che lo chiamano passerottino svolazzante, e qui chiudo altrimenti non la smetto più di rotolarmi dalle risate) - vorrei sottolineare che questi emeriti imbecilli, per fare classifiche sui culi, giocare a Angry Birds sull'I-Pad e guardare siti porno sul medesimo supporto, prendono dai 20.000 euro mensili in su, più un vitalizio di 3000 euro al mese se "riescono a sopportare" (duro il loro lavoro...) un'intera legislatura.
E non parliamo dei Senatori, che anche quelli fanno fin troppo: pensate, non lavoreranno fino al 17 maggio per le amministrative - sia mai che sotto le amministrative si lavori, si potrebbe comprometterne il risultato! - ma poi ci daranno sotto che più sotto non si può, visto che ci sono molti provvedimenti urgenti che hanno bisogno di essere discussi.
Ma diamine (e mi sono trattenuta), ma se sono così urgenti perché non li discutete subito? Ah, le amministrative, già. Come se nel ponte pasquale avessero lavorato tanto.
Dai Mussolina mia, fatti valere! E, almeno tu, lascia stare le loro classifiche e lavora!
Aspetta, no... A pensarci è meglio che forse resti lì a incazzarti per quell'offensivo quinto posto, vah, che i tuoi disegni di legge è meglio lasciarli stare.
lunedì 2 maggio 2011
Alba a Dara'a - Maggio 2011
Alba a Dara'a - Maggio 2011
Piccola poesia per il tema di Maggio su Semplici Emozioni "Aurora".
Spero vi faccia riflettere.
Piccola poesia per il tema di Maggio su Semplici Emozioni "Aurora".
Spero vi faccia riflettere.
venerdì 29 aprile 2011
Da leggere - Link del giorno
Inauguro un nuovo tag con un link che, a mio parere, merita sia una stima enorme che una buonissima lettura.
Inoltre invito a leggere più di qualche post di quel blog, è davvero notevole, e il blogger intelligente, sagace e geniale.
Voglio sposare Tiziano Ferro - "Giovanardi va all'Ikea (età di lettura dai 3 anni in su)".
E abbattiamola questa stupida omofobia, cazzo!
Inoltre invito a leggere più di qualche post di quel blog, è davvero notevole, e il blogger intelligente, sagace e geniale.
Voglio sposare Tiziano Ferro - "Giovanardi va all'Ikea (età di lettura dai 3 anni in su)".
E abbattiamola questa stupida omofobia, cazzo!
giovedì 28 aprile 2011
La minchiata del giorno II - Bimbaminkia alla riscossa
Scena: Interno pomeriggio, autobus.
Me ne sto tranquillamente seduta nei posti da quattro con un ragazzino di età definibile tra i 13 e i 15 anni appena uscito dal Conservatorio, una ragazza ricciola e occhialuta (invidia estrema per come le stavano i capelli) e un signore tra i 45 e i 50. Dinnanzi a me, nei posti dietro da due, due squinziette.
La ragazzetta in questione, colei che oggi mi ha offerto un'occasione imperdibile di sfottò, era in cotal modo presa: shorts estivi con tanto di leggins tempestati di spille che andavano dal logo dei Rolling Stones a Rihanna (un bella macedonia indigesta), maglioncino scollato, abbronzatura da centro estetico con attaccatura chiara dei capelli incorporata, trucco da Beyoncè dopo che la truccatrice s'è fatta d'acidi e capelli raccolti a "nido di passero" - ovvero col ciuffo cotonato raccolto in mezzo all'indietro - cotonati talmente male che sembravano un incrocio tra un unico enorme rasta fatto da cani e un'opera di Pollock (se non lo conoscete, questa è una sua opera, Eyes in the Heat, conservata al Peggy Guggenheim di Venezia).
Dicevamo, tal squinzia.
Ora, mentre ascolto musica a palla in autobus non è che sto a vedere dove guardo, solitamente fisso lo sguardo fuori dal finestrino o in un punto imprecisato davanti a me, senza in effetti vedere alcunchè. Caso vuole che il punto imprecisato su cui ho avuto l'ardire di posare lo sguardo fosse tre centimetri alla destra di tal "signorina". Noto, ad un certo punto, che mi guarda e muove le labbra. Tolgo le cuffiette (sono educata, se qualcuno sembra parlarmi spengo la musica) e mi indico con aria interrogativa.
La risposta che mi viene data è "Sì, tu. Che cazzo hai da guardare?".
Alzo un sopracciglio (o, perlomeno, cerco di farlo. Sì, non so alzare un sopracciglio solo, ok?), il ragazzino assume l'espressione di uno che sta per vedere la scena più sanguinolenta di Kill Bill, la ragazza ricciuta degna la ragazzina di un mezzo sguardo impassibile, il signore non capisce bene cosa sta succedendo.
Inspiro e, invece di uscirmene con un'alzata di spalle e una scrollata di capo, rinfilandomi con non-chalance le cuffiette, le rispondo un (poco) diplomatico "Non sei il centro del mondo, ne così bella da essere ammirata. La parete era molto più interessante."
E lì la ragazzetta ha detto la minchiata, alzandosi e buttando il seno in fuori.
"Parla la cessa, io son sempre meglio di te!"
Il ragazzino si è stretto la custodia della tromba addosso, il signore la guarda allibito, la ragazza la gela con lo sguardo. E io, purtroppo per lei, non sono tipa da lasciarsi mettere sotto, da una deficiente di tal fatta soprattutto.
"Almeno io non mi trucco da battona, bimbaminkia."
Il signore non capisce bene la mia ultima parola, ma guardando la faccia della ragazzetta capisce che la cosa doveva essere molto offensiva, il ragazzino e la ragazza si piegano dal ridere, la ragazza precedendosi da un "Owned!" (grandissima stima per la ragazza ricciuta, sottolineo).
La bimbaminkia fa per replicare sommamente incazzata, ed è a quel punto che il signore ci fa definitivamente cappottare dal ridere.
"Ma ragazzina, ti sei conciata così perché hai una festa ad Arcore stasera?"
Ho riso talmente tanto da avere il mal di pancia.
(E l'amica della squinzietta l'ha fatta battere in quella che doveva essere una dignitosa ritirata.)
Sono tornata a casa con un sorriso sulle labbra talmente grande che mia madre penso mi abbia scambiata per uno Stregatto.
Me ne sto tranquillamente seduta nei posti da quattro con un ragazzino di età definibile tra i 13 e i 15 anni appena uscito dal Conservatorio, una ragazza ricciola e occhialuta (invidia estrema per come le stavano i capelli) e un signore tra i 45 e i 50. Dinnanzi a me, nei posti dietro da due, due squinziette.
La ragazzetta in questione, colei che oggi mi ha offerto un'occasione imperdibile di sfottò, era in cotal modo presa: shorts estivi con tanto di leggins tempestati di spille che andavano dal logo dei Rolling Stones a Rihanna (un bella macedonia indigesta), maglioncino scollato, abbronzatura da centro estetico con attaccatura chiara dei capelli incorporata, trucco da Beyoncè dopo che la truccatrice s'è fatta d'acidi e capelli raccolti a "nido di passero" - ovvero col ciuffo cotonato raccolto in mezzo all'indietro - cotonati talmente male che sembravano un incrocio tra un unico enorme rasta fatto da cani e un'opera di Pollock (se non lo conoscete, questa è una sua opera, Eyes in the Heat, conservata al Peggy Guggenheim di Venezia).
Dicevamo, tal squinzia.
Ora, mentre ascolto musica a palla in autobus non è che sto a vedere dove guardo, solitamente fisso lo sguardo fuori dal finestrino o in un punto imprecisato davanti a me, senza in effetti vedere alcunchè. Caso vuole che il punto imprecisato su cui ho avuto l'ardire di posare lo sguardo fosse tre centimetri alla destra di tal "signorina". Noto, ad un certo punto, che mi guarda e muove le labbra. Tolgo le cuffiette (sono educata, se qualcuno sembra parlarmi spengo la musica) e mi indico con aria interrogativa.
La risposta che mi viene data è "Sì, tu. Che cazzo hai da guardare?".
Alzo un sopracciglio (o, perlomeno, cerco di farlo. Sì, non so alzare un sopracciglio solo, ok?), il ragazzino assume l'espressione di uno che sta per vedere la scena più sanguinolenta di Kill Bill, la ragazza ricciuta degna la ragazzina di un mezzo sguardo impassibile, il signore non capisce bene cosa sta succedendo.
Inspiro e, invece di uscirmene con un'alzata di spalle e una scrollata di capo, rinfilandomi con non-chalance le cuffiette, le rispondo un (poco) diplomatico "Non sei il centro del mondo, ne così bella da essere ammirata. La parete era molto più interessante."
E lì la ragazzetta ha detto la minchiata, alzandosi e buttando il seno in fuori.
"Parla la cessa, io son sempre meglio di te!"
Il ragazzino si è stretto la custodia della tromba addosso, il signore la guarda allibito, la ragazza la gela con lo sguardo. E io, purtroppo per lei, non sono tipa da lasciarsi mettere sotto, da una deficiente di tal fatta soprattutto.
"Almeno io non mi trucco da battona, bimbaminkia."
Il signore non capisce bene la mia ultima parola, ma guardando la faccia della ragazzetta capisce che la cosa doveva essere molto offensiva, il ragazzino e la ragazza si piegano dal ridere, la ragazza precedendosi da un "Owned!" (grandissima stima per la ragazza ricciuta, sottolineo).
La bimbaminkia fa per replicare sommamente incazzata, ed è a quel punto che il signore ci fa definitivamente cappottare dal ridere.
"Ma ragazzina, ti sei conciata così perché hai una festa ad Arcore stasera?"
Ho riso talmente tanto da avere il mal di pancia.
(E l'amica della squinzietta l'ha fatta battere in quella che doveva essere una dignitosa ritirata.)
Sono tornata a casa con un sorriso sulle labbra talmente grande che mia madre penso mi abbia scambiata per uno Stregatto.
lunedì 25 aprile 2011
Libertà! (a costo di sembrare Braveheart)
Giusto
per amor di precisione, e perché sono una rompipalle: oggi non è
solo Pasquetta, come mi dicono le mie millemila notifiche su Facebook
in cui la gente mi tagga su foto di coniglietti morbidosi e uova
colorate, nonché di barzellette con agnellini che chiedono a mamma
pecora playstation e wii, e a cui mamma le promette dopo Pasqua
(anche se, a dire il vero, quella è l'unica che meritasse
effettivamente). Di Pasquetta me ne importa gran poco, è un lunedì
randomico sul calendario in cui non si lavora o non si va a lezione,
per quanto mi concerne.
Oggi
è, invero, un giorno molto più importante: è il 25
aprile, anniversario
della Liberazione dal giogo nazi-fascista.
Non il giorno in cui si fanno pic-nic sui colli in cui non si trova
un pezzetto d'erba libero manco per sedercisi, ma il
giorno in cui gli italiani dovrebbero celebrare una parola
bellissima, dolce e viva: Libertà,
con la “l” maiuscola.
Sono
66 anni oggi che gli italiani, quei meravigliosi italiani morti per
il proprio popolo, ci hanno liberato, 66 anni da quando hanno
rispedito quegli uomini che toglievano con le armi e con la forza del
ricatto libertà e diritti al confine della loro idiozia e
cattiveria.
Libertà!
Urlatela
quella parola, come Mel
Gibson in Braveheart,
perché è una parola che
tanti morti e tanti vivi ci hanno ridato con sudore e sangue,
ed è una parola che piano piano stanno nuovamente cercando di
toglierci, demolendo lettera per lettera quella Costituzione
meravogliosa che ce la garantisce.
Urlatela
quella parola per cui è morto anche Vittorio Arrigoni,
salutato ieri dai suoi cari e da chi non lo conosceva – ma tanto
avrebbe voluto conoscerlo – cantando al cielo “Bella Ciao”,
come al funerale di un partigiano. (E chissà se lo sa che
gliel'hanno cantata, non lo conoscevo ma sono sicura che la pensava
come me: quando al tuo funerale cantano “Bella Ciao” hai davvero
avuto tutto dalla vita.)
Urlatela
quella parola che il nostro governo pare aver dimenticato,
quella parola che ci viene tolta con ogni proposta di legge
anticostituzionale.
Urlatela
mentre il 12 e il 13 giugno andate a votare
per l'acqua e il legittimo impedimento, urlatela davanti alle urne
delle amministrative. Urlatela perché rappresenta
il vostro libero arbitrio che la Costituzione e la Carta dei Diritti
dell'Uomo vi garantisce.
E
oggi, per carità, quando siete a mangiarvi i vostri panini nel
vostro pezzo di argine, quando siete lì alla griglia a cuocere la
vostra carne, ricordate che non è solo quel randomico lunedì che
può cadere a marzo o ad aprile in cui non si lavora e non si va a
lezione, ma è soprattutto il giorno in cui voi dovete celebrare i
vostri diritti e la vostra Libertà donatevi 66 anni fa da donne e
uomini di un coraggio inaudito, con sangue, sudore e lacrime.
Ricordatevi di quei veri martiri di tutti - non
martiri religiosi ma civili, per questo di tutti
– che non sono solo
figli d'Italia, martoriata madre e patria di indomiti, ma del mondo
intero. Non solo dei
nostri partigiani (a maggior ragione oggi!), ma di tutti coloro che
combattono per la Libertà di ogni popolo sottomesso e schiavo, come
troppi ancora ce ne sono.
Se
questa parola la urliamo tutti non resterà sola sul campo di
battaglia, utopica bandiera.
Diventerà
reale.
venerdì 15 aprile 2011
Restate Umani
U-M-A-N-I.
Lo sentite anche voi come suona dolce
nel palato, come questa parola scivola fuori dalla lingua come un
sospiro innamorato?
U-M-A-N-I. Cinque lettere che
definiscono un intero genere di creature, un'intera stupida razza che
si ostina a vedersi idiotamente divisa in gruppi e sottogruppi
perennemente in lotta intestina tra loro.
Solo pochi di questa razza capiscono
che quelle cinque lettere, U-M-A-N-I, indicano una cosa sola e unica
che, in quanto tale, dovrebbe stare unita.
Una di queste anime si chiamava
Vittorio Arrigoni, e seguendo questa convinzione di uguaglianza sotto
lo stesso cielo e sulla stessa terra era andato a dare del suo per
fare la Pace in un Paese in guerra, diverso e alieno dal Paese che lo
ha visto nascere e che gli ha dato il sangue per crescere.
Ma lui, Vittorio, lo sapeva che la
parola “diverso” accanto alla parola “umano” suona male,
stona: i confini su un pezzo di carta geografica sono diversi, ma il
pianeta su cui viviamo è lo stesso; i colori della nostra pelle sono
diversi, ma i nostri visi sono fatti allo stesso modo; le lingue che
parliamo sono diverse, ma i nostri cuori battono per le stesse cose.
E quindi a chi gli diceva, e a chi
tutt'oggi dice, “Chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni”, lui
rispondeva con una linguaccia, e se ne andava a farsi gli affari del
mondo, che aveva capito essere anche il suo di mondo. Perché il
mondo è uno, e deve essere migliore.
E per farlo diventare migliore lui
aveva la propria ricetta: “Restate Umani”. Ricordatevi che
siamo tutti umani, che non ci sono “cazzi nostri” e “cazzi
loro”: siamo tutti su questo mondo, e chi peggiora il proprio mondo
peggiora il mondo di tutti.
E lui è morto,
morto ammazzato, per migliorare il proprio mondo, il mondo di tutti.
Quindi ora che non
ha voce rispondo io a quelli che dicono, da persone dis-umane,
“Se se ne stava a casa mica moriva”: chi si fa i cazzi suoi campa
cent'anni, vero; ma chi muore per regalarci un mondo migliore vive
per sempre.
martedì 12 aprile 2011
La Carlucci e i testi scolastici "comunisti"
Ultima chicca pidiellina: i libri
scolastici, specie quelli di Storia, sono “comunisti” e gettano
fango su Berlusconi; perciò 19 deputati PDL hanno proposto una
commissione d'inchiesta (fonte con link all'articolo: Repubblica)
A guidarli c'è Gabriella Carlucci.
Esatto, la sorella di Milly, conduttrice anche lei, che ora conduce
Melaverde su Rete Quattro
dopo aver condotto solo trasmissioni canore per anni. (Un bel salto
dal Festivalbar al
Parlamento, peraltro.)
La
signora che, presa per il naso
dal Trio Medusa per le
Iene (in un servizio sulle
assenze dei parlamentari), ha danneggiato due microfoni e una cuffia
aggredendo gli inviati fisicamente oltre che verbalmente; la signora
che ha espresso critiche sulla “professionalità” del professor
Luciano Maiani - che è “solo” uno dei più grandi fisici viventi
– per evitare la sua nomina a Presidente del Cnr (favorendo tralaltro De Mattei, le cui ultime sparate sullo tsunami in Giappone e
sui gay hanno fatto il giro del mondo, e non esattamente per la loro
validità scientifica).
Ecco,
quella signora (penso che mi rifiuterò di definirla onorevole,
e basta cercare qualche foto in internet per capire il mio punto di
vista) dice che i testi scolastici sono “partigiani” e «gettano
fango su Berlusconi»
(cit.).
Tralasciando
le ovvie reazioni di sgomento da parte di opposizione e Unione degli
Studenti mi chiedo: ma lo sa la signora Carlucci che gli autori di un
testo scolastico si limitano il più possibile ai fatti obiettivi
(altrimenti le case editrici specializzate in produzioni scolastiche
non li pubblicano) e tende a non esplicitare le proprie opinioni
politiche? E che quindi se un testo scolastico “getta fango” su
una persona lo fa esponendo solo i fatti nudi e crudi?
Aspetto
a breve la proposta dei testi scolastici redatti dal ministro
(Gelmini, poveri noi!) in persona.
Postscriptum, giusto per piazzare una cattiveria gratuita in più: scrivendo su Google il nome di Gabriella Carlucci (per informarmi meglio sul conto di tal signora) uno dei suggerimenti diceva "Gabriella Carlucci senza mutande". Provare per credere.
E quanto c'è di onorevole in questo?
Postscriptum, giusto per piazzare una cattiveria gratuita in più: scrivendo su Google il nome di Gabriella Carlucci (per informarmi meglio sul conto di tal signora) uno dei suggerimenti diceva "Gabriella Carlucci senza mutande". Provare per credere.
E quanto c'è di onorevole in questo?
martedì 5 aprile 2011
E se Gesù fosse stato gay?
Ogni tanto alla Chiesa - quella con la "C" maiuscola, quella che ha sede in Vaticano e ogni tanto fa a gara col nostro esimio governo per vedere chi le spara più grosse - arrivano di quelle mazzate terrificanti (vedi lo scandalo dei preti pedofili etc etc) che se arrivassero ad un politico qualsiasi - eddai, per una volta lasciamo perdere Berlusconi! - cadrebbe nel giro di 1 petosecondo e nel petosecondo dopo avrebbe già meditato di compiere harakiri.
Ma la Chiesa è forte, barcolla ma non molla (citazione non necessaria ma azzaccata), e resta in piedi più o meno stabile a leccarsi le ferite come meglio può, spesso dicendo la classica cavolata studiata per distogliere l'attenzione o, al contrario, moralizzare dove in effetti dovrebbe prendendosi plausi vari e vari 8xmille.
Solo che questa volta la bastonata potrebbe essere talmente colossale da disintegrare moralmente davvero il vatican-clero più duro e puro, e in tal caso dovrò comprare rifornitura doppia di pop-corn e birra (la prima è per il processo Ruby di domani N.d.R).
La clavata appare alla data odierna sul Guardian, che non è esattamente Topolino, Paperinik, il giornalino delle Winx o Libero, ecco. E' il Guardian, l'insigne quotidiano britannico dalle enormi firme, venduto in tutto il mondo. Ecco, l'articolo che appare è questo qui, intitolato "Jesus as an openly gay man" (ovvero "Gesù come un uomo apertamente gay") di Michael Ruse. (Per chi fosse a digiuno di inglese o non avesse voglia di leggersi l'intero articolo linko il riassunto in italiano di Net1News, anche se l'articolo in inglese vale davvero la pena di essere letto.)
In sintesi, comunque, l'articolo dice che in antichi "fogli" rinvenuti in Giordania strettamente collegati al Nuovo Testamento si descrive Gesù come un uomo apertamente omosessuale, e i suoi apostoli come la sua "comunità sessuale", mettiamola così.
Vangelo apocrifo o meno, mi è subito venuto da pensare al coccolone che ci farà Bagnasco o chi per lui.
Per non parlare delle comunità "fondamentaliste" sia cattoliche che protestanti, che continuano a dire che l'omosessualità è contro natura e che si affiancano alla Chiesa nel demonizzare gli omosessuali come sodomiti e peccatori infernali.
Gesù Cristo, il figlio morto e risorto del Dio in cui credono; proprio lui omosessuale?
Oh, lo prometto, le cazzate che diranno per giustificarsi me le godrò buona buona comodamente seduta sul divano, con pop-corn e birra (nelle pause del processo Ruby) affiancata da tutti i miei amici gay, atei, anticlericali, ebrei e stufi marci delle discriminazioni perpetrate dalla Chiesa (quella stupida che fa a gara col nostro esimio governo per vedere chi le spara più grosse, foza, non fatemelo ripetere) nel corso dei secoli che tutt'ora continuano.Anche solo per fare notare alla Chiesa che questa si chiama "legge del contrappasso", che era esattamente quella che loro citavano per ammonire le masse. Geniale, no?
Ma la Chiesa è forte, barcolla ma non molla (citazione non necessaria ma azzaccata), e resta in piedi più o meno stabile a leccarsi le ferite come meglio può, spesso dicendo la classica cavolata studiata per distogliere l'attenzione o, al contrario, moralizzare dove in effetti dovrebbe prendendosi plausi vari e vari 8xmille.
Solo che questa volta la bastonata potrebbe essere talmente colossale da disintegrare moralmente davvero il vatican-clero più duro e puro, e in tal caso dovrò comprare rifornitura doppia di pop-corn e birra (la prima è per il processo Ruby di domani N.d.R).
La clavata appare alla data odierna sul Guardian, che non è esattamente Topolino, Paperinik, il giornalino delle Winx o Libero, ecco. E' il Guardian, l'insigne quotidiano britannico dalle enormi firme, venduto in tutto il mondo. Ecco, l'articolo che appare è questo qui, intitolato "Jesus as an openly gay man" (ovvero "Gesù come un uomo apertamente gay") di Michael Ruse. (Per chi fosse a digiuno di inglese o non avesse voglia di leggersi l'intero articolo linko il riassunto in italiano di Net1News, anche se l'articolo in inglese vale davvero la pena di essere letto.)
In sintesi, comunque, l'articolo dice che in antichi "fogli" rinvenuti in Giordania strettamente collegati al Nuovo Testamento si descrive Gesù come un uomo apertamente omosessuale, e i suoi apostoli come la sua "comunità sessuale", mettiamola così.
Vangelo apocrifo o meno, mi è subito venuto da pensare al coccolone che ci farà Bagnasco o chi per lui.
Per non parlare delle comunità "fondamentaliste" sia cattoliche che protestanti, che continuano a dire che l'omosessualità è contro natura e che si affiancano alla Chiesa nel demonizzare gli omosessuali come sodomiti e peccatori infernali.
Gesù Cristo, il figlio morto e risorto del Dio in cui credono; proprio lui omosessuale?
Oh, lo prometto, le cazzate che diranno per giustificarsi me le godrò buona buona comodamente seduta sul divano, con pop-corn e birra (nelle pause del processo Ruby) affiancata da tutti i miei amici gay, atei, anticlericali, ebrei e stufi marci delle discriminazioni perpetrate dalla Chiesa (quella stupida che fa a gara col nostro esimio governo per vedere chi le spara più grosse, foza, non fatemelo ripetere) nel corso dei secoli che tutt'ora continuano.Anche solo per fare notare alla Chiesa che questa si chiama "legge del contrappasso", che era esattamente quella che loro citavano per ammonire le masse. Geniale, no?
sabato 2 aprile 2011
La minchiata del giorno I
Litigio (fortunatamente abbastanza serio) su un forum, l'admin si scaglia principalmente contro la sottoscritta perché ho fatto notare che due degli utenti (del suo forum) iscritti ad un concorso di poesia (multiforum) avevano atteggiamenti non corretti verso gli altri partecipanti.
Dopo la 300ma volta che scrive Lady al posto di Laly per chiamarmi (trattandomi, tra l'altro, come una pezzente), faccio presente all'admin di leggere il mio nick (per la cronaca: Laly La Stronza), che non leggere il nome dell'utente su cui si sta sparando merda non è esattamente carino.
Al che mi risponde di essere meno indisponente sul SUO forum.
Le ho dovuto rinnovare l'invito a leggere il mio nick.
Mah, certa gente...
Dopo la 300ma volta che scrive Lady al posto di Laly per chiamarmi (trattandomi, tra l'altro, come una pezzente), faccio presente all'admin di leggere il mio nick (per la cronaca: Laly La Stronza), che non leggere il nome dell'utente su cui si sta sparando merda non è esattamente carino.
Al che mi risponde di essere meno indisponente sul SUO forum.
Le ho dovuto rinnovare l'invito a leggere il mio nick.
Mah, certa gente...
martedì 29 marzo 2011
Quel "comunista" di Berlusconi
Il Cavaliere è ancora riuscito a dare il meglio di sè su quel predellino davanti al Trbunale (dopo l'udienza preliminare del processo Mediatrade, dove l'imputato non era tenuto a parlare N.d.R.), e ancora una volta - come del resto ogni qualvolta ne abbia l'occasione - ha puntato il dito contro quel terrificante spettro del comunismo.
Detto in mezzo ad un "mare" di folla di popolino dalla bocca di colui che si era presentato all'epoca come "presidente operaio", con tanto di elmetto anti-infortunistico giallo - in una grottesca e patetica imitazione del Mussolini che, in maniche di camicia, ara i campi in mezzo ai contadini - pare, come al solito, quantomeno bizzarro.
Anche perché se a Mussolini si poteva imputare la "scusante" di essere politicamente partito come socialista, Berlusconi di certo non ha questa attenuante.
Ciononostante, con queste plateali uscite populiste, Berlusconi sembra quasi apparire più socialista di quella sinistra che lui stesso addita come comunista con spregio; arrivando a sembrare un "comunista di destra" mentre urla al suo popolo quasi fosse un Beppe Grillo qualsiasi (di parte politica opposta, mi pare ovvio).
Sarebbe davvero bello, invero, poterne ridere. Peccato che ciò che suscita è più amaro pianto che riso.
Detto in mezzo ad un "mare" di folla di popolino dalla bocca di colui che si era presentato all'epoca come "presidente operaio", con tanto di elmetto anti-infortunistico giallo - in una grottesca e patetica imitazione del Mussolini che, in maniche di camicia, ara i campi in mezzo ai contadini - pare, come al solito, quantomeno bizzarro.
Anche perché se a Mussolini si poteva imputare la "scusante" di essere politicamente partito come socialista, Berlusconi di certo non ha questa attenuante.
Ciononostante, con queste plateali uscite populiste, Berlusconi sembra quasi apparire più socialista di quella sinistra che lui stesso addita come comunista con spregio; arrivando a sembrare un "comunista di destra" mentre urla al suo popolo quasi fosse un Beppe Grillo qualsiasi (di parte politica opposta, mi pare ovvio).
Sarebbe davvero bello, invero, poterne ridere. Peccato che ciò che suscita è più amaro pianto che riso.
mercoledì 23 marzo 2011
Lapsus Freudiani
Desidero esprimere la mia vicinanza in questo momento così delicato al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Chiunque sarebbe provato in una situazione del genere: sul fronte interno quei cattivoni di magistrati cercano di inchiodarlo in non uno, ma ben quattro processi (oh bruti, che si accaniscono contro un povero e misero vecchietto indifeso!); e sul fronte esterno gli altri paesi gli chiedono di andare alla guerra contro il suo migliore amichetto di giochi (quanta crudeltà dalle Nazioni Unite, quanta crudeltà!).
La questione è davvero dura e bollente, la sua poltrona inizia a scottare (maliziosetti che non siete altro, non in quel senso...).
Fortuna che ci sono quegli stakanovisti dei suoi avvocati che accorciano quei brutti processi ingiusti e infamanti, e fortuna che il ministro La Russa è abbastanza confuso sul suo ruolo, se di ministro della Difesa o dell'Attacco, e quindi abbastanza indeciso da concedere tempo per riflettere.
Davvero, Cavaliere, Le auguro di dimettersi al più presto.
Oh, accidenti, ho detto "dimettersi"? Intendevo dire "rimettersi", ma questi lapsus freudiani sono davvero incredibilmente insidiosi.
Chiunque sarebbe provato in una situazione del genere: sul fronte interno quei cattivoni di magistrati cercano di inchiodarlo in non uno, ma ben quattro processi (oh bruti, che si accaniscono contro un povero e misero vecchietto indifeso!); e sul fronte esterno gli altri paesi gli chiedono di andare alla guerra contro il suo migliore amichetto di giochi (quanta crudeltà dalle Nazioni Unite, quanta crudeltà!).
La questione è davvero dura e bollente, la sua poltrona inizia a scottare (maliziosetti che non siete altro, non in quel senso...).
Fortuna che ci sono quegli stakanovisti dei suoi avvocati che accorciano quei brutti processi ingiusti e infamanti, e fortuna che il ministro La Russa è abbastanza confuso sul suo ruolo, se di ministro della Difesa o dell'Attacco, e quindi abbastanza indeciso da concedere tempo per riflettere.
Davvero, Cavaliere, Le auguro di dimettersi al più presto.
Oh, accidenti, ho detto "dimettersi"? Intendevo dire "rimettersi", ma questi lapsus freudiani sono davvero incredibilmente insidiosi.
venerdì 18 marzo 2011
Condizione delle donne: l'Italia come il terzo mondo
L'11 marzo scorso, a New York, si è tenuta la grande conferenza internazionale sulla condizione femminile “Women in the World 2011”, in cui si trattava in special modo dei paesi dove i diritti delle donne sono meno presenti e più accantonati, rendendo la condizione femminile una condizione di oppressione.
La lista dei paesi di cui si è trattato è una lista conosciuta e ritrita, comprendente Iran, Cambogia, Arabia Saudita, India e molti altri paesi di cultura islamica. Con una incredibile eccezione: l'Italia.
Il clamore suscitato dal cosiddetto “caso Ruby”, lo sdegno internazionale per la figura femminile che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi propone attraverso i suoi media e le sue stesse azioni, la mobilitazione di un milione di donne in piazza il 13 febbraio scorso: sono questi i fattori che hanno posto l'Italia come “tema all'ordine del giorno”, unica tra le potenze occidentali facente parte sia dell'Unione Europea che del G8. A parlare di questa situazione femminile degradante é stata l'unica donna italiana invitata, che figura sulle pagine di Newsweek (direttore: la grande giornalista americana Tina Brown, che è anche una delle organizzatrici del summit) come una delle “150 donne che hanno scosso il mondo”, figurata come una “donna combattente” in una situazione di oppressione: il vicepresidente del Senato Emma Bonino, leader radicale.
Ed é stato Newsweek stesso a promuovere la conferenza (nella quale, tra gli ospiti, figurava anche la first lady Michelle Obama) pubblicando una foto della manifestazione delle donne del 13 febbraio. La didascalia recitava: «[...] Dopo mesi di scandali sulle avventure sessuali di Berlusconi, e anni di stallo in una nazione in cui il 90% degli uomini non ha mai usato una lavatrice, le italiane dicono Basta» (cit. n.d.R.).
Tutto questo dovrebbe essere indicativo dell'immagine che il mondo ha dell'Italia: a 150 anni dall'Unità, e a 65 dal referendom che fece del nostro paese una repubblica democratica, l'Italia è considerata al pari di un paese del Terzo Mondo nonostante il suo status di potenza occidentale. Le battaglie vinte e combattute dalle donne italiane negli anni '70, che sono state applaudite dal mondo intero, sono oscurate dal degrado in cui le donne sono cadute grazie alla volgarità degli uomini al potere, al loro “stereotipare”, in un governo, in una amministrazione e in un'informazione maschile e maschilista.
Bisognerebbe, insomma, almeno porsi qualche legittima domanda. E magari darsi una risposta sincera, che vada al di là delle credenze politiche.
La lista dei paesi di cui si è trattato è una lista conosciuta e ritrita, comprendente Iran, Cambogia, Arabia Saudita, India e molti altri paesi di cultura islamica. Con una incredibile eccezione: l'Italia.
Il clamore suscitato dal cosiddetto “caso Ruby”, lo sdegno internazionale per la figura femminile che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi propone attraverso i suoi media e le sue stesse azioni, la mobilitazione di un milione di donne in piazza il 13 febbraio scorso: sono questi i fattori che hanno posto l'Italia come “tema all'ordine del giorno”, unica tra le potenze occidentali facente parte sia dell'Unione Europea che del G8. A parlare di questa situazione femminile degradante é stata l'unica donna italiana invitata, che figura sulle pagine di Newsweek (direttore: la grande giornalista americana Tina Brown, che è anche una delle organizzatrici del summit) come una delle “150 donne che hanno scosso il mondo”, figurata come una “donna combattente” in una situazione di oppressione: il vicepresidente del Senato Emma Bonino, leader radicale.
Ed é stato Newsweek stesso a promuovere la conferenza (nella quale, tra gli ospiti, figurava anche la first lady Michelle Obama) pubblicando una foto della manifestazione delle donne del 13 febbraio. La didascalia recitava: «[...] Dopo mesi di scandali sulle avventure sessuali di Berlusconi, e anni di stallo in una nazione in cui il 90% degli uomini non ha mai usato una lavatrice, le italiane dicono Basta» (cit. n.d.R.).
Tutto questo dovrebbe essere indicativo dell'immagine che il mondo ha dell'Italia: a 150 anni dall'Unità, e a 65 dal referendom che fece del nostro paese una repubblica democratica, l'Italia è considerata al pari di un paese del Terzo Mondo nonostante il suo status di potenza occidentale. Le battaglie vinte e combattute dalle donne italiane negli anni '70, che sono state applaudite dal mondo intero, sono oscurate dal degrado in cui le donne sono cadute grazie alla volgarità degli uomini al potere, al loro “stereotipare”, in un governo, in una amministrazione e in un'informazione maschile e maschilista.
Bisognerebbe, insomma, almeno porsi qualche legittima domanda. E magari darsi una risposta sincera, che vada al di là delle credenze politiche.
mercoledì 16 marzo 2011
Urlando contro un muro
Forse anche voi sapete quale sia la sensazione: parli, urli, gridi, dici le cose come stanno, ti infuri, e nessuno ti da retta. Non ti ascoltano nemmeno quando dici "Te l'avevo detto".
Questo blog rappresenta le mie necessità: di dare notizie, di imparare a scrivere sempre meglio, di dialogare, di condividere, di confrontarmi, e fare tutto questo senza essere censurata per le mie idee. Farmi ascoltare e ascoltare a mia volta chi la pensa come me o, ancora meglio, diversamente da me.
Perché ho voglia di dire ciò che penso senza avere la sensazione di urlare contro un muro fermo.
So benissimo che potrei anche perdere la voce.
Ma se qualcuno mi ascolta, o urla con me, prima o poi quel muro cadrà.
Questo blog rappresenta le mie necessità: di dare notizie, di imparare a scrivere sempre meglio, di dialogare, di condividere, di confrontarmi, e fare tutto questo senza essere censurata per le mie idee. Farmi ascoltare e ascoltare a mia volta chi la pensa come me o, ancora meglio, diversamente da me.
Perché ho voglia di dire ciò che penso senza avere la sensazione di urlare contro un muro fermo.
So benissimo che potrei anche perdere la voce.
Ma se qualcuno mi ascolta, o urla con me, prima o poi quel muro cadrà.
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