giovedì 28 aprile 2011

La minchiata del giorno II - Bimbaminkia alla riscossa

Scena: Interno pomeriggio, autobus.
Me ne sto tranquillamente seduta nei posti da quattro con un ragazzino di età definibile tra i 13 e i 15 anni appena uscito dal Conservatorio, una ragazza ricciola e occhialuta (invidia estrema per come le stavano i capelli) e un signore tra i 45 e i 50. Dinnanzi a me, nei posti dietro da due, due squinziette.
La ragazzetta in questione, colei che oggi mi ha offerto un'occasione imperdibile di sfottò, era in cotal modo presa: shorts estivi con tanto di leggins tempestati di spille che andavano dal logo dei Rolling Stones a Rihanna (un bella macedonia indigesta), maglioncino scollato, abbronzatura da centro estetico con attaccatura chiara dei capelli incorporata, trucco da Beyoncè dopo che la truccatrice s'è fatta d'acidi e capelli raccolti a "nido di passero" - ovvero col ciuffo cotonato raccolto in mezzo all'indietro - cotonati talmente male che sembravano un incrocio tra un unico enorme rasta fatto da cani e un'opera di Pollock (se non lo conoscete, questa è una sua opera, Eyes in the Heat, conservata al Peggy Guggenheim di Venezia).
Dicevamo, tal squinzia.
Ora, mentre ascolto musica a palla in autobus non è che sto a vedere dove guardo, solitamente fisso lo sguardo fuori dal finestrino o in un punto imprecisato davanti a me, senza in effetti vedere alcunchè. Caso vuole che il punto imprecisato su cui ho avuto l'ardire di posare lo sguardo fosse tre centimetri alla destra di tal "signorina". Noto, ad un certo punto, che mi guarda e muove le labbra. Tolgo le cuffiette (sono educata, se qualcuno sembra parlarmi spengo la musica) e mi indico con aria interrogativa.
La risposta che mi viene data è "Sì, tu. Che cazzo hai da guardare?".
Alzo un sopracciglio (o, perlomeno, cerco di farlo. Sì, non so alzare un sopracciglio solo, ok?), il ragazzino assume l'espressione di uno che sta per vedere la scena più sanguinolenta di Kill Bill, la ragazza ricciuta degna la ragazzina di un mezzo sguardo impassibile, il signore non capisce bene cosa sta succedendo.
Inspiro e, invece di uscirmene con un'alzata di spalle e una scrollata di capo, rinfilandomi con non-chalance le cuffiette, le rispondo un (poco) diplomatico "Non sei il centro del mondo, ne così bella da essere ammirata. La parete era molto più interessante."
E lì la ragazzetta ha detto la minchiata, alzandosi e buttando il seno in fuori.
"Parla la cessa, io son sempre meglio di te!"
Il ragazzino si è stretto la custodia della tromba addosso, il signore la guarda allibito, la ragazza la gela con lo sguardo. E io, purtroppo per lei, non sono tipa da lasciarsi mettere sotto, da una deficiente di tal fatta soprattutto.
"Almeno io non mi trucco da battona, bimbaminkia."
Il signore non capisce bene la mia ultima parola, ma guardando la faccia della ragazzetta capisce che la cosa doveva essere molto offensiva, il ragazzino e la ragazza si piegano dal ridere, la ragazza precedendosi da un "Owned!" (grandissima stima per la ragazza ricciuta, sottolineo).
La bimbaminkia fa per replicare sommamente incazzata, ed è a quel punto che il signore ci fa definitivamente cappottare dal ridere.
"Ma ragazzina, ti sei conciata così perché hai una festa ad Arcore stasera?"
Ho riso talmente tanto da avere il mal di pancia.
(E l'amica della squinzietta l'ha fatta battere in quella che doveva essere una dignitosa ritirata.)
Sono tornata a casa con un sorriso sulle labbra talmente grande che mia madre penso mi abbia scambiata per uno Stregatto.

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