venerdì 15 aprile 2011

Restate Umani


U-M-A-N-I.
Lo sentite anche voi come suona dolce nel palato, come questa parola scivola fuori dalla lingua come un sospiro innamorato?
U-M-A-N-I. Cinque lettere che definiscono un intero genere di creature, un'intera stupida razza che si ostina a vedersi idiotamente divisa in gruppi e sottogruppi perennemente in lotta intestina tra loro.
Solo pochi di questa razza capiscono che quelle cinque lettere, U-M-A-N-I, indicano una cosa sola e unica che, in quanto tale, dovrebbe stare unita.
Una di queste anime si chiamava Vittorio Arrigoni, e seguendo questa convinzione di uguaglianza sotto lo stesso cielo e sulla stessa terra era andato a dare del suo per fare la Pace in un Paese in guerra, diverso e alieno dal Paese che lo ha visto nascere e che gli ha dato il sangue per crescere.
Ma lui, Vittorio, lo sapeva che la parola “diverso” accanto alla parola “umano” suona male, stona: i confini su un pezzo di carta geografica sono diversi, ma il pianeta su cui viviamo è lo stesso; i colori della nostra pelle sono diversi, ma i nostri visi sono fatti allo stesso modo; le lingue che parliamo sono diverse, ma i nostri cuori battono per le stesse cose.
E quindi a chi gli diceva, e a chi tutt'oggi dice, “Chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni”, lui rispondeva con una linguaccia, e se ne andava a farsi gli affari del mondo, che aveva capito essere anche il suo di mondo. Perché il mondo è uno, e deve essere migliore.
E per farlo diventare migliore lui aveva la propria ricetta: “Restate Umani”. Ricordatevi che siamo tutti umani, che non ci sono “cazzi nostri” e “cazzi loro”: siamo tutti su questo mondo, e chi peggiora il proprio mondo peggiora il mondo di tutti.
E lui è morto, morto ammazzato, per migliorare il proprio mondo, il mondo di tutti.
Quindi ora che non ha voce rispondo io a quelli che dicono, da persone dis-umane, “Se se ne stava a casa mica moriva”: chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni, vero; ma chi muore per regalarci un mondo migliore vive per sempre.

5 commenti:

  1. Copio e incollo anche il riassunto di questa "lettera", sempre della sottoscritta:
    "Come soleva dire Arrigoni: Restiamo umani. La sua battaglia dovrebbe essere la battaglia di tutti. L'Italia non è un mondo a parte, ma fa parte del mondo intero, e il mondo è uno solo. Restiamo umani, perché Arrigoni non abbia combattuto la sua battaglia per un mondo migliore invano."

    RispondiElimina
  2. sarebbe bello fosse così, peccato che non lo sia.. chiedersi che diavolo ci faceva là, dire che se l'è cercata, e tante altre stronzate (sì, stronzate, lo dico raramente, ma questa volta lo dico!) mi fanno solo salire il sangue alla testa! ...Ce ne fossero di uomini pronti a combattere, a scommetterci le chiappe per quello in cui credono, ci sarebbe solo da andarne orgogliosi, ma probabilmente siamo talmente abituati a non essere orgogliosi di niente, che queste cose non siamo in grado di capirle...

    RispondiElimina
  3. Probabilmente oggi lo status generico di umanità è ridotto alla codardia e all'invidia che fa arrivare a dire le stronzate che si sentono ogni giorno, da gente a cui tanto non cambia nulla, a cui basta sentirne vagamente la notizia alla TV e stare con la coscienza a posto commentando aria fritta. Dovremmo soltanto prendere esempio da questo grande Uomo, che non mi va di definire "eroe" (perchè "eroe" è diventata una parola talmente usurpata e televisiva che mi sembra irrispettosa), ma esempio di vera umanità, che ha lottato per difendere la dignità propria e soprattutto in nome di cittadino del mondo. Sicuramente ora lo eleggeranno propagandisticamente a simbolo della patria, e non sanno che male gli fanno, quanto danno al proprio sacrificio e che insulto al suo grande coraggio. Bel post, Laura =).

    RispondiElimina
  4. Come dice Carmen purtroppo lo status generico di umanità è ridotto ai concetti di codardia e invidia, al dire ''chi si fa i cazzi propri campa cent'anni'' o ''sarà contento di essere stato ucciso dai suoi amici terroristi''...purtroppo l'umanità non è solo il concetto inteso da Vittorio, ma anche quello inteso nella sua accezione più vergognosa! Vittorio è stato assassinato da chi, al contrario di lui, non voleva che il mondo (seppur nel contesto più piccolo della sua esperienza) cambiasse, ma, come dice un cartellone riferito a due grandi UOMINI del XX secolo: ''lui non è morto, le sue idee camminano sulle nostre gambe''

    RispondiElimina